Dentro o fuori l’Europa

I due volti della Gran Bretagna

Mentre il premier inglese Cameron presagiva una guerra, in caso di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, il “Finantial Times” consigliava di far uscire la Germania dall’euro. L’argomento usato non faceva una piega: tassi bassi e il surplus tedesco sono i due gemelli micidiali dell'economia dell'Eurozona. Il surplus è la causa dei tassi bassi, e i tassi bassi hanno fatto crescere il surplus. L’errore di Berlino secondo il “Finantial Times”? Considerare il suo attivo nel saldo con l'estero un riflesso della sua superiore competitività rispetto al resto dell’Eurozona. Così invece di aumentare la spesa per investimenti in patria, si è proseguito un’austerità depressiva. Occorrerebbe che la Germania tagli le tasse e aumenti gli investimenti, non fosse per quella regola di bilancio imposta nella costituzione, regola che fra l’altro riguarda tutti gli altri Stati dell’Eurozona. Per cui non c’è scampo. Solo con una valuta autonoma e un tasso di cambio fluttuante, la Germania potrebbe liberarci dai suoi errori. In pratica si tratterebbe di tornare ai tempi di Bretton Woods, quando vincolata a un sistema di cambi fissi, il governo tedesco poteva perseguire una svalutazione in termini reali, attraverso salari relativi più bassi dei concorrenti. Bisognerebbe rifarsi ad un’altra epoca insomma per salvare l’Europa, un modo tutto britannico di dire che la costruzione europea, comunque la si metta, è profondamente sbagliata. Perché allora doverci restare e non uscirci come chiede il referendum? O almeno, se proprio dobbiamo restarci, che la Germania esca dalla moneta unica. Per gli inglesi non è sempre vero che a pensar male ci si azzecchi, ma certo, se la condizione posta dalla Gran Bretagna alla Ue fosse di far uscire la Germania dall’euro, ecco che le prospettive comuni di integrazione, diverrebbero ancora più scarse di quelle che sono attualmente. Anche ammesso che si sia sbagliato tutto, dalla moneta unica, alle regole comuni, all’estensione dell’Unione ai paesi dell’est, ora ci ritroviamo con questa baracca pericolante sulle spalle. Guardate che se crolla ci restiamo sotto.

Roma, 10 maggio 2016